domenica 18 gennaio 2009

Il monologo di Pericle

In questo brano di Tucidide . tratto da “La guerra del Peloponneso”, è racchiuso e descritto il concetto di etica al quale io faccio riferimento.

Siamo all’inizio della guerra del Peloponneso – Atene è al massimo della sua potenza –: alla fine del primo anno Pericle commemora, secondo la tradizione della città, i caduti ateniesi. Tucidide utilizza questa occasione per far comprendere al lettore come gli Ateniesi “vivevano” l’éthos della loro città.
Tucidide, Storie, II

Su Youtube
http://it.youtube.com/watch?v=dHW2YaReTwY


Il brano è qui letto ed interpretato (con qualche “aggiustamento” artistico e politico) da Paolo Rossi.

Censurato in un primo tempo dalla RAI è stato poi mandato in onda grazie a Ballarò.



Monologo di Pericle - V sec A.C.

"Qui ad Atene noi facciamo così.

Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi per questo è detto democrazia.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle dispute private ma non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza, quando un cittadino si distingue esso sarà, a preferenza degli altri, chiamato a servire lo stato ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

La libertà di cui godiamo si estende alla vita quotidiana, noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre a fronteggiare qualsiasi pericolo

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private.

Ma in nessun caso si occupa delle pubbliche faccende per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così, ci è stato insegnato a rispettare i magistrati e c'è stato insegnato a rispettare le leggi,e di non dimenticare mai coloro che ricevono offesa; ci è stato insegnato a rispettare anche quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso.

Un uomo che non si interessa allo stato non lo consideriamo innocuo ma un uomo inutile e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, tutti siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma che la libertà sia solo il frutto del valore

Insomma io proclamo Atene scuola dell’Ellade perché ogni cittadino cresce maturando in se stesso la fiducia in se stesso e la prontezza a fronteggiare qualsiasi evenienza ed è per questo che la nostra città è aperta ed è per questo che noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così" .

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