lunedì 13 aprile 2009

Repubblica di Weimar

http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_di_Weimar

Il periodo della Storia della Germania che va dal 1919 al 1933 è conosciuto come la Repubblica di Weimar. Prende il nome dalla città di Weimar, dove si tenne un'assemblea nazionale per redigere una nuova costituzione dopo la sconfitta tedesca della prima guerra mondiale.
Il primo tentativo di stabilire una democrazia liberale in Germania fu un'epoca di grande tensione e di conflitto interno, che si concluse con l'ascesa al potere di Adolf Hitler e del Partito Nazionalsocialista nel 1933 (il Partito Nazionalsocialista rappresentò il maggior beneficiario della crisi politico - economica che attanagliò tutto il periodo di durata della fragile repubblica). Anche se tecnicamente, la costituzione del 1919 non venne mai revocata interamente fino a dopo la seconda guerra mondiale, le misure legali prese dal governo nazista nel 1933, che sono comunemente conosciute come Gleichschaltung, in effetti distrussero tutti i meccanismi forniti da un normale sistema democratico, è quindi comune segnare il 1933 come la fine della Repubblica di Weimar.

Problemi economici
La Repubblica di Weimar ebbe alcuni tra i più gravi problemi economici mai sperimentati nella storia di una democrazia occidentale. L'iperinflazione rampante, la massiccia disoccupazione, e il grave abbassamento della qualità della vita, a confronto con il periodo precedente alla prima guerra mondiale, furono i fattori principali del collasso. Con la Grande depressione degli anni '30, le istituzioni della Repubblica in quanto tali, vennero incolpate da molti per i problemi economici; questo è evidente nei risultati elettorali, dove i partiti politici che volevano lo smantellamento completo della Repubblica, sia a destra che a sinistra, resero impossibile una maggioranza in parlamento.
In questo contesto, il Trattato di Versailles, era considerato dal popolo tedesco come un documento punitivo e degradante, che li costrinse a cedere aree ricche di risorse e a pagare somme enormi in riparazioni di guerra. Queste riparazioni punitive non solo danneggiarono pesantemente l'economia tedesca, ma causarono anche grande costernazione e risentimento da parte della popolazione.
Gli storici marxisti hanno consistentemente enfatizzato che i "poteri economici" nel Reich lastricarono la strada che portò a Hitler. Come minimo, questo argomento si rivelò utile per i regimi socialisti dopo la Seconda guerra mondiale, ad esempio, per giustificare le espropriazioni su larga scala che avvennero nelle zone occupate dall'Unione Sovietica, che divennero in seguito la Germania Est, dal 1945 al 1949.
Oggi, molti storici concordano che molti industriali identificarono la Repubblica con i sindacati e i socialdemocratici, poiché furono questi che stabilirono le concessioni sociali del 1918/1919. Ma anche se alcuni videro Hitler come un mezzo per abolirle, la Repubblica era instabile ancor prima che certi industriali iniziassero ad appoggiare Hitler. A parte ciò, anche chi diede supporto alla nomina di Hitler, non voleva il nazismo nella sua interezza a considerava Hitler solo come una soluzione temporanea nella propria ricerca dell'abolizione della Repubblica. Certamente, il supporto dell'industria non è sufficiente da solo a spiegare l'appoggio a Hitler da parte di grosse fette della popolazione, che comprendevano molti operai che si erano allontanati dai partiti di sinistra.

Problemi istituzionali
Viene comunemente accettato che la costituzione del 1919 aveva una serie di debolezze fondamentali, che resero l'instaurazione di una dittatura troppo facile. Che una costituzione differente avrebbe potuto evitare il Terzo Reich è però discutibile; in ogni caso, la costituzione del 1949 (il Grundgesetz) riconobbe queste critiche e può essere vista come una risposta forte a quelle pecche.
L'istituzione del Reichspräsident veniva frequentemente vista come un Ersatzkaiser, un tentativo di rimpiazzare l'Imperatore, che aveva abdicato nel 1918, con un'istituzione similarmente forte e autoritaria. Questo risulta molto evidente nell'articolo 48 della costituzione, che dava al Presidente il potere di "fare tutti i passi necessari" se "l'ordine pubblico e la sicurezza fossero state seriamente disturbati o in pericolo". Anche se era inteso solo come clausola d'emergenza, questo articolo venne usato anche in anni precedenti al 1933 per emanare decreti senza il supporto del parlamento (vedi sopra); rese anche la Gleichschaltung più facile. Ad esempio, il Decreto dell'incendio del Reichstag venne emanato in base all'articolo 48.
L'uso della rappresentanza proporzionale significava che ogni partito con un minimo di supporto era in grado di ottenere l'ingresso nel Reichstag, il parlamento della Repubblica. Questo portò a un grande numero di piccoli partiti, alcuni dei quali avevano un'ideologia estremista; creò anche una necessità di coalizione con tali partiti, evidenziata dal fatto che nessuno era in grado di ottenere una maggioranza completa.
Il Reichstag poteva rimuovere il Reichskanzler dal suo ufficio anche se non era in grado di accordarsi su un successore. Questo voto di sfiducia "distruttivo" portò a molti Cancellieri in rapida successione e aggiunse un altro fattore di instabilità politica alla Repubblica (si veda Cancellieri tedeschi per una lista) Come risultato, il Grundgesetz del 1949 stipulò che un Cancelliere poteva essere dimesso dal Parlamento solo se un successore veniva eletto contestualmente; vedi voto costruttivo di sfiducia.
La costituzione prevedeva che in caso di dimissioni o morte del Presidente, il Reichskanzler (Cancelliere) ne avrebbe assunto l'ufficio (e soprattutto ne avrebbe posseduto i poteri) fino all'elezione di un nuovo Presidente. Questo permise a Hitler di unire di fatto gli uffici di Reichskanzler e Reichspräsident dopo la morte di Hindenburg nel 1934. Comunque, per quell'epoca, la dittatura era già stata fermamente installata, e questa clausola da sola non può essere incolpata in generale per il nazismo.

Visioni personalistiche
Alcuni storici preferiscono guardare a certi individui e alle decisioni che presero. Questo porta a galla le questioni problematiche su quali alternative fossero disponibili a quel tempo, il che conduce a speculazioni ed ipotesi.
Ad esempio, la politica economica di Brüning nel 1930-1933 è stata soggetto di ampio dibattito. Che essa portò molti a identificare la Repubblica con i tagli alla spesa sociale e a un'economia estremamente liberale lo si può dire tranquillamente; se esistessero alternative a questa politica nell'epoca in cui la Grande depressione aveva raggiunto il pieno impatto è una questione differente.
Un'altra focalizzazione è su Paul von Hindenburg, che divenne Reichspräsident nel 1925. Egli era certamente rappresentativo del vecchio e autoritario Impero del 1871 ed è difficile etichettarlo come un democratico che supportava la Repubblica del 1919. Hindenburg era molto anziano, avendo passato gli 80 anni d'età negli anni '30, e ciò fa sorgere dei dubbi sulla sua lucidità. Egli non fu, comunque, un nazista. Ci si può chiedere se un presidente differente, con solide convinzioni democratiche avrebbe permesso al Parlamento di essere così evidentemente raggirato con l'uso dei decreti permesso dall'articolo 48; più specificamente, un presidente diverso, avrebbe firmato il Decreto dell'incendio del Reichstag? Si è anche speculato sul perché Hindenburg abbia nominato Hitler come Reichskanzler il 30 gennaio 1933; dopo tutto, Hindenburg attese un giorno e mezzo prima di prendere la decisione. Alcuni ritengono che, se Hitler non fosse divenuto Cancelliere, nei mesi seguenti sarebbe continuato il calo di voti che la NSDAP aveva registrato, per la prima volta, nelle elezioni del novembre 1932.

Nessun commento: