martedì 11 agosto 2009

La metafora della nave

http://www.swif.uniba.it/lei/personali/pievatolo/platone/6rep.htm

Chi è il filosofo?
Socrate risponde all'obiezione con una immagine, cioè con una spiegazione per analogia, cui si dice costretto a ricorrere perché deve chiarire una esperienza non paragonabile a nessun'altra, e cioè quella - diremmo noi - di un anticonformista che si trova ad avere idee più avanzate rispetto a quelle della società in cui gli capita di vivere.Si pensi a una nave, il cui capitano è più grande e più forte di tutti i marinai, ma - pur non essendo cattivo - è di vista corta, un po' sordo e inesperto di cose nautiche. I membri della ciurma stanno a litigare fra loro, contendendosi il timone, pur essendo anch'essi inesperti di marineria; anzi, affermando che quest'arte non è insegnabile, fanno continue pressioni sul comandante per ottenere il timone. Se non riescono a ottenerlo con le preghiere, ammazzano o buttano fuori bordo i concorrenti, o drogano il capitano. E esaltano chi li aiuta in queste loro intraprese trattandolo come un esperto, anche perché, pur essendo privi di techne e di pratica, pensano che l'arte del pilota si acquisisca semplicemente prendendo il governo della nave. Il pilota competente, il quale sa che ci si deve preoccupare dell'"anno e delle stagioni, del cielo e degli astri", verrebbe trattato come un inutile chiacchierone con la testa fra le nuvole. [488a ss]
Questa immagine si vale di uno degli elementi decisivi per l'affermazione della democrazia ad Atene allo scopo di criticare la pratica politica esistente, dominata da moralisti tradizionali, retori alla Isocrate e sofisti, la cui conoscenza si riduce all'arte di manipolare il popolo, qui rappresentato dal capitano, non cattivo ma debole, sordo e miope. Il vero pilota è uno che osserva il cielo e si preoccupa delle stagioni; è, cioè, uno che guarda lontano, al di là della nave e delle sue relazioni interpersonali. Fa, dunque, cose apparentemente inutili, dal punto di vista di chi pensa che ciò che conta sia il mondo ristretto dell'imbarcazione, ma essenziali, per chi sa - come ogni Ateniese sapeva - che la nave deve navigare in un ambiente molto più ampio e incerto, che si deve affrontare. Così la filosofia speculativa, che guarda oltre e lontano, fa cose apparentemente senza senso, a meno che non ci si renda conto che le relazioni interumane e i confini ristretti della propria cultura non solo non possono darci spiegazioni esaurienti ma forse non sanno neppure guidarci nelle nostre scelte, se le vogliamo fare in maniera consapevole. Viviamo in un mondo molto più grande e incerto di quello racchiuso nei confini delle società umane.

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