martedì 4 novembre 2008

La riscossa di Vittorio Veneto?

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La riscossa di Vittorio Veneto?
E' una pura
invenzione

Lorenzo Del Boca*
Nemmeno la storia della prima guerra mondiale ce l'hanno raccontata giusta. I libri di scuola stentano a mettere in evidenza che l'Italia di quel periodo si barcamenava fra coalizioni avversarie tentando di raccattare qualche utile, con il risultato di apparire un paese di piccoli imbrogli. Alla vigilia della dichiarazione di guerra, per un mese, si trovò alleata contemporaneamente con gli austro-ungarici e con i francesi e gli inglesi che già si massacravano sulle loro frontiere.
Il nostro esercito le aveva prese anche da Menelik ed era del tutto evidente che non si trovava nelle condizioni di affrontare una guerra. Vittorio Emanuele III restava un re piccolo-piccolo cui avevano dovuto accorciare la sciabola perché non risultasse più lunga delle sue gambe corte.
Chi percorre la selva di memoriali dell'epoca s'imbatte, a ogni passo, nella questione dei cappotti che non c'erano. Mancavano i fucili; mancavano gli automezzi; mancavano i rifornimenti alimentari e non c'erano medicine. Ma, soprattutto, mancavano le idee. Di presunzione, gli ufficiali degli alti comandi ne disponevano in abbondanza e se fossero stati in grado di ottenere risultati proporzionali all'arroganza che esibivano avrebbero conquistato il pianeta. In realtà, riuscirono soltanto a trasformare le prime linee in un lager dove gli uomini ai loro ordini furono sottoposti a ogni genere di prevaricazioni anche psicologiche. I soldati potevano soltanto soffrire, dannarsi e morire.
Al fronte ci mandarono vagonate di operai e contadini che non erano guerrieri e che la guerra non volevano...

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