sabato 27 dicembre 2008

Abbasso le feste comandate

e ancor di più quelle di fede religiosa...

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Cronache Bizantine. Abbasso le Feste Comandate! - 25/12/08

di Ennio Remondino - Megachip

Da quando ho superato i 10 anni d’età e la favola di Babbo Natale, sogno l’abolizione della “Feste comandate”. Lascio da parte il Natale, ormai trascorso, e la Pasqua che deve inevitabilmente seguire, per le evidenti implicazioni religiose di chi ha la fede, ma insisto a detestare Capodanno, Ferragosto e tutte le più recenti “festività” di mamma, papà, nonni, cugini, zie ed amori inventate dai pubblicitari.

L’obbligo a festeggiare e a divertirsi che producono arrabbiatura garantita e fregatura assicurata. Il Capodanno come il “film panettone”, da abolire per tutela della salute pubblica. Le festività d’obbligo, oltre che una seccatura, possono diventare anche occasioni sottilmente crudeli. Le musichette della gioia e la Sacralità della Famiglia ovunque, quando moltissime famiglie sono costrette a raccattare, per l’occasione, i pezzi che avevano perso per strada. Bimbi ad inseguire regali e genitori sotto alberi separati. Suoceri e suocere a guadagnarsi odio al posto della consueta e più innocua indifferenza. L’obbligo a mostrarsi buoni quando ti girano le balle per un mondo dove di buono resta davvero poco. La corsa ai consumi e l’appello all’ottimismo quando hai appena ricevuto la lettera di cassa integrazione o quella di fine di contratto precario. Ottimista sarà Lei, Caro Presidente Berlusconi: non per remare contro a tutti i costi, ma io proprio non ci riesco.

L'Istat, proprio alla vigilia di Natale, ci ha raccontato che il 5% delle famiglie italiane non ha soldi per comprare cibo ed il 15% arriva con difficoltà alla fine del mese. Questo soltanto nello scorso anno. Il 2008, lo sappiamo noi prima dell’Istat, sta andando certamente peggio. Restiamo al rimpianto 2007: il 5% di italiani vuol dire un milione di persone che va a letto con la fame, e quelle che non arrivano alla fine del mese sono 7 milioni e mezzo. Poi la crudele questione della “media”. Secondo la teoria del mezzo pollo per ciascuno, nel 2006 la “famiglia media” italiana guadagnava 28 mila 500 euro l’anno, escluse le tasse. Statisticamente parlando io o qualsiasi di voi fa media con Berlusconi o un Agnelli. Bella consolazione. Ma non è solo il cibo a mancare a una famiglia su venti. Più dell’11% delle famiglie non ha avuto i soldi per le cure mediche, per fare esami, ottenere diagnosi, operazioni. A molti mancano anche gli abiti, non per la moda, ma per il freddo. Quanti sono stati i morti per mancanza di soldi, l’Istat non lo dice.

Anche per questi numeri, laicamente, da minoranza in via d’estinzione, sento viva ormai soltanto la memoria del 25 aprile e del primo maggio. Forse ormai sono favole anche le mie, ma ci tengo. Il 2 giugno, se sono nei paraggi di un’ambasciata italiana dei miei territori giornalistici, mi impongo la Festa della Repubblica ed un certo giorno dell’anno, da troppi anni, cerco di essere in trasferta per quello che risulta essere il mio compleanno. Mi appello dunque a tutti quelli che odiano questo periodo dell’anno. Non so se siamo minoranza o “maggioranza silenziosa” e quindi codarda. Per questo grido: “Alziamo la testa amici dell’anti-festività e mettiamoci in sciopero da auguri, sms, panettoni e buone parole a tutti gli antipatici, cattivi ed inutili con cui siamo costretti ad avere a che fare in questo infausto periodo dell’anno”. La nostra intima festa del “Vaffa” silente, senza bisogno di nessun Grillo parlante.

Vivendo in un paese musulmano (la sede di corrispondenza Rai da Istanbul), mi capita inoltre di pensare alla prevaricazione coloniale della nostra cultura cristiano-occidentale sul resto del mondo. Noi ed il nostro “Calendario Gregoriano” per contabilizzare persino lo scorrere del tempo e della vita. Mi sono documentato ed ho scoperto che esistono almeno altri 10 Calendari. Ad Istanbul, per esempio, dovrei augurare “Buon 1430” , dalla data dell’Egira di Maometto. A Gerusalemme ovest, con gli amici ebrei, dovrei festeggiare il 5770 deciso dalla Bibbia. A Belgrado, il Natale giuliano e liturgico arriva con la nostra Epifania. Per il mio amico e stimatissimo collega Paolo Longo, da Pechino, buon 4646, ma a partire dal 21 gennaio. Per Raffaele Fichera, dal Sud America, varrebbe l’intraducibile calendario Maya. Buon Capodanno che vi pare a tutti voi, e che le Feste finiscano presto. Col 2009 che ci attende avremo di che sprecare ottimismo.

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